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Tradizioni della Morte

A volte la morte sopraggiunge a sorpresa, altre volte meno. In 7 mesi esatti ho perso le mie due nonnine, una di 100 anni e l’altra di 94, quasi 95.
A parte il dolore provato nelle due occasioni, il mio spirito d’osservazione non mi ha mai mollato. E così ho potuto osservare alcuni gesti, alcune tradizioni che vengono perpetrate durante i giorni
di lutto che precedono e seguono la sepoltura.

Per prima cosa a mia grande sorpresa c’è stata una grossa differenza tra la morte accaduta in paese (40000 abitanti) e quella in città.

E così ho scoperto che:
– Quando una persona muore in casa, la defunta non viene mai lasciata sola fin quando la bara non viene chiusa e sigillata. Pertanto sia di giorno che di notte almeno una persona deve essere presente in casa con lei. La parte notturna viene chiamata Veglia, durante la quale vengono detti rosari e preghiere. Questa usanza in città non viene praticata.
– In casa vengono coperti, con lenzuola bianche, tutti gli specchi. Parlando con una signora Rumena ho scoperto che gli ortodossi coprono anche i vetri dei mobili e non solo gli specchi, non ci si deve proprio poter specchiare da nessuna parte. In più loro tengono le luci accese nella stanza del defunto per tre giorni di continuo, non ci deve essere mai buio. Anche questa usanza sembra non essere praticata in città.
– I cartelli funebri che dichiarano la morte della persona devono rimanere affissi per tre giorni dopo il funerale. Anche questa usanza sembra non essere praticata in città.
– In paese c’è stata la possibilità di trovare una vasta gamma di bare, da quelle semplici a quelle intarsiate e decorate. In città invece vi era solo un tipo di bara standard. Credo che questo dipenda da regole imposte dal comune.
– Durante i 30 giorni successivi la morte i figli del defunto vengono invitati dai parenti a pranzo a partecipare a banchetti decisamente suntuosi in ricordo del morto. La sera invece i figli sono a casa per ricevere le visite dei parenti e le loro condoglianze. Anche questa usanza sembra non essere praticata in città.
– La casa del morto deve rimanere intatta per almeno 30 giorni. Nulla deve essere portato via dalla casa. Ai 30 giorni viene detta la messa di ricordo del defunto chiamato Trigesimo. Al termine della messa i partecipanti più stretti del defunto vengono invitati tutti a casa dai figli i quali offrono caffè e pasticcini. In questa occasione viene consegnata anche una foto del defunto.

I giorni successivi la morte sono molto pesanti. Ma nonostante la stanchezza trovo che tutte queste tradizioni siano importanti, servono a farti sentire meno solo, riesci a percepire l’affetto della gente che ti è vicina.

Voi nelle vostre città, nei vostri paesi, vivete tradizioni di qualche tipo?


54 commenti

  1. Silvia ha detto:

    Ho sempre abitato in città e queste usanze non ci sono, o almeno non ne sono a conoscneza, però per le casse qui si puo’ scegliere tra molti tipi, non ce n’è una sola standard…

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    • Cix79 ha detto:

      Capito. 🙂 Penso, ma potrei sbagliarmi, che al nord le tradizioni siano ancora minori rispetto al Sud dove il senso di Famiglia è vissuto in maniera totalmente diversa.
      Ad esempio qui a Milano davvero in pochissimi mi hanno fatto le condoglianze

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      • Silvia ha detto:

        Secondo me non si tratta di tradizioni ma solo di maleducazione, ovunque tu sia quando muore qualcuno è buona educazione fare sempre le condoglianze!

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  2. interessante questo post….ma che conosca io da queste parti non ci sono usanze particolari, a parte quella della messa del Trigesimo, la foto ricordo del defunto solitamente la si distribuisce in chiesa ed al cimitero…e avendo seppellito nonni e padre non ricordo mai di avere avuto problemi nella scelta della cassa…….

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  3. Sinceramente non mi è mai capitato di vedere rispettate tutte queste usanze. Di solito qui da noi, Genova, tutta la gente che conosco ha sgomberato la casa quasi subito. Grazie a Dio non ho ancora mai scelto una bara per nessuno quindi non ti so dire. In caso fossi interessato sono esperta in cremazioni e sepolture di animali. Mi rendo conto che la maggior parte della gente non è interessata e che non considera molto la morte di un animale, ma per me è diverso, quindi avendo dovuto provvedere in più occasioni mi sono fatta una certa esperienza. (purtroppo)

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    • Cix79 ha detto:

      Per ora non ho animali che mi tengono compagnia pertanto non devo, al momento, far uso delle tue conoscenze in materia!
      Ti auguro che quei momenti tristi arrivino il più tardi possibile.
      Un sorriso e buona giornata

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      • Penso di non esserci ancora arrivata perché i genitori di papà sono morti quando lui aveva 3 anni e da parte di mia madre c’era solo la nonna, ma purtroppo non ho mai avuto un vero rapporto stretto con lei per via della distanza, visto che era in Sicilia. Purtroppo quando è mancata non mi è stato possibile lasciare Genova per il funerale. Da un lato è una fortuna non aver vissuto questi dolori, però rimpiango amaramente di non aver avuto la figura di un nonno, qualcuno che ti potesse raccontare dei suoi tempi, che ti potesse trasmettere quel tipo di amore e esperienza.

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      • Cix79 ha detto:

        Capisco a pieno il tuo rammarico, io ho avuto un nonno che ha vissuto in prima linea la seconda guerra mondiale con la fortuna di poterlo raccontare tutto intero, ed era fantastico stare ad ascoltare le sue storie per ore intere.. dopo anni qualche aneddoto si ripeteva, ma era pur sempre bello riascoltarlo, ho un suo ricordo bellissimo seppur sono passati diversi anni dalla sua dipartita.

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      • Si è una cosa che mi è mancata. Un po’ di anni fa sono stata un pomeriggio intero a parlare con la nonna del mio compagno, per determinate circostanze mi sono trovata a passare una giornata con lei, è stato davvero bello starla ad ascoltare.

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    • Signora ha detto:

      Salve, io sono molto interessata, e` morto il nostro gatto il 9 giugno. Abbiamo fatto il funerale. Qualli preghiere devo legere? Grazie mille. Io non trovo pace, soffro tanto..

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      • Cix79 ha detto:

        Purtroppo io personalmente non so rispondere, non sono un prete, con questo articolo ho solo riportato tradizioni del mio paese! Magari la dama col cappello le può correre in aiuto!
        Buona serata anche se mi spiace per il suo gatto, si faccia forza!

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      • Gentile signora, innanzitutto le dico che mi dispiace per la sua perdita, purtroppo sono dolori che solo chi ha degli animali può capire. Io non prego perchè non frequento la chiesa e inoltre la chiesa non riconosce gli animali come aventi anima, quindi tra le loro preghiere non troverebbe nulla. Le consiglio di esprimere dei pensieri suoi, oppure le posso lasciare il testo di una poesia che ho citato io per il mio furetto, la trovo molto migliore di qualsiasi preghiera.
        Eccola:

        Il tuo cuore lo porto con me
        Lo porto nel mio
        Non me ne divido mai.
        Dove vado io, vieni anche tu, mio amato;
        qualsiasi cosa sia fatta da me,
        la fai anche tu, mio caro.
        Non temo il fato
        perché il mio fato sei tu, mia dolce.
        Non voglio il mondo, perché il mio,
        il più bello, il più vero sei tu.
        Questo è il nostro segreto profondo
        radice di tutte le radici
        germoglio di tutti i germogli
        e cielo dei cieli
        di un albero chiamato vita,
        che cresce più alto
        di quanto l’anima spera,
        e la mente nasconde.,
        Questa è la meraviglia che le stelle separa.
        Il tuo cuore lo porto con me,
        lo porto nel mio.

        (Edward Estlin Cummings)

        Spero di esserle stata utile per quanto possibile e le mando un abbraccio. Buonanotte.

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  4. Ila ha detto:

    Io abito in provincia, ma siamo all’incirca 60.000 abitanti, quindi credo si possa parlare di “cittadina”, più che di paesino.
    Comunque no, non mi pare ci siano tradizioni di alcun tipo e, sebbene il momento sia tragico, trovo affascinanti tutte le tradizioni, nel loro modo di mantenere un legame con il passato e, di conseguenza, con la nostra storia… 🙂
    Un abbraccio per le tue perdite,
    Ila.

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  5. danitrip77 ha detto:

    Intanto ti mando un abbraccio virtuale per la dipartita delle nonne! Io credo nella vita dopo la morte e auguro anche a loro un buon viaggio!
    Poi, per rispondere al tuo quesito, non sembra nemmeno a me che dalle mie parti (che ormai non so più quali siano 😊) si seguano delle tradizioni specifiche. Ho un ricordo lontano di uno zio che è morto in casa e lì è rimasto, e mi ricordo solo della veglia notturna con canti e preghiere varie!

    Buona giornata e a presto 😊

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  6. Io sono una che crede molto nelle tradizioni e devono assolutamente essere rispettate qualunque esse siano. Per quanto riguarda argomento “morte” onestamente non ne conosco. Il tuo post chiaramente dimostra quanto nei paesini tutto sia “vissuto” in modo più intimo!
    Ciaoooo e buon week end

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  7. colpoditacco ha detto:

    L’unica che c’è dalle mie parti è la veglia, ma non sempre dura tutta la notte. Le altre non so se ci sono, io quantomeno non le ho vissute.
    Un abbraccio per le nonnine! 🙂

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  8. silviacavalieri ha detto:

    Io sto in città e, per malattia, tutti i miei cari sono morti all’ospedale. in questo caso il tragitto è breve, dalla stanza all’obitorio, come previsto dalla legge. Per chi è religioso, é prevista la recita del rosario, la benedizione della salma e la messa prima della sepoltura e il trigesimo. Io ho potuto scegliere fra vari tipi di bare, ma non so dirti altro. Molto spesso ho dovuto notare la mancanza di educazione e di sensibilità da parte di persone che ritenevo vicine, poche condoglianze, alcune lasciate sulla segreteria telefonica (!) nessuna carità, nessun aiuto per i noi famigliari già provati dall’assistenza ai nostri cari negli ultimi giorni, qui non si tratta di regole o di tradizioni, ma di umanità. Nelle città grandi i cortei funebri non vanno lenti, le macchine dei parenti sono costrette a sfrecciare sulle superstrade e c’è la paura di perdere di vista il convoglio che trasporta il defunto. Per riassumere, molto squallore, poco rispetto per raccoglimento e dolore, molta solitudine. Nella mia città, che non nomino, c’è la frenesia per il mare. Se un poveretto muore d’estate, in periodo di vacanza, se potesse vedere, avrebbe la sgradita sorpresa di vedere poche persone, oltre ai parenti, al suo funerale.
    Un abbraccio!

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    • Cix79 ha detto:

      Grazie davvero per questo tuo post, mi hai fatto un quadro davvero completo sul modo di vivere “l’assenza” nella tua città.
      E capisco a pieno il tuo punto di vista.
      Proprio all’ultimo funerale che ho vissuto neanche una settimana fa e che è stato fatto in città c’è stata una situazione stranissima.
      I miei parenti di città ci prendevano quasi in giro per tutte le cose che volevamo fare, per il modo in cui vivevamo il tutto, si stavano quasi arrabbiando per le forzature a cui li stavamo costringendo (vedasi prendere oggetti dalla casa della nonna). Si comportavano, come tantissime persone, in maniera abbastanza fredda.

      Dopo qualche sera dal funerale ci chiama una zia che si lamentava che nessuno la andava a trovare e fare le condoglianze mentre noi avevamo la casa sempre invasa da parenti e amici.

      Insomma chi semina raccoglie.. ma c’è chi vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca!

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  9. rfrancalanci ha detto:

    Me le son perse. Genitori, nonni non ho più nessuno che mi guidi. Nei ricordi quelle che hai descritto ce le ho quasi tutte nella mente, la veglia, gli specchi coperti che sono anche nella tradizione toscana delle mie zone, il trigesimo, i ricordini con foto rigorosamente listati a lutto e in carta gialla pesante. Mi mancano i banchetti che non ricordo appartenere alla tradizione locale, ma posso aggiungere che gli uomini portavano sulla giacca un bottone nero oppure direttamente giacche nere in velluto per indicare la morte della moglie. Ricordare è necessario. E’ parte della nostra storia. Aumenta il senso di appartenenza. Eseguire o no quanto ci è stato consegnato come tradizione poi dipende da noi. L’importante credo non ci debba essere un eccessivo coinvolgimento emotivo. Grazie per il post dettagliato, molto bello.

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    • Cix79 ha detto:

      Grazie a te per il tuo commento, mi fa piacere leggere che anche in altre parti di Italia ci sia della tradizione che si continua a seguire. Spesso la vita frenetica ci fa dimenticare ciò che di bello, anche in situazioni così brutte, la vita ci offre attraverso le tradizioni.

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  10. Leggerti è sempre fonte di nuove conoscenze! Effettivamente la tradizione della “morte” varia, ma non solo da paese a città… ma anche da regione a regione. Dalle mie parti si vive in maniera più intensa nelle usanze, rispetto a dove abito ora. Pensa che quando mi sono imbattuta nel primo bara party sono rimasta senza parole! Da un lato il defunto, dall’altro pizzette, ciambellone e coca cola! Stesso rito per la messa della “riuscita”. Se lo proponi in Sardegna ti lanciano le pizzette addosso, perché il lutto è vissuto anche come alienazione dal cibo, dalla TV, persino dalla luce del sole… da piccina abbiamo trascorso settimane a serrande abbassate in segno di lutto!

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    • Cix79 ha detto:

      Grazie per il complimento contenuto nella prima frase, mi fa davvero piacere essere un modo attraverso il quale poter fare delle discussioni interessanti anche se dal tema pesante come in questo caso.
      Il post è nato proprio osservando la diversità che c’è a distanza di soli 20 km tra un grosso paese ed una città della stessa regione, della stessa provincia. E così mi son detto: chissà come si vive il rito funebre da altre parti, quante diversità ci saranno in giro per tutta Italia.
      Data la tradizione Italiana, per così come mi è stata presentata, mi aspetto delle “chicche” da regioni come Campania Calabria e Sicilia, regioni molto legate al territorio e alle tradizioni che si tramandano di generazione in generazione.

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  11. Mr.Loto ha detto:

    Nei paesi le usanze sono tutte simili, nelle città si è diventati più sbrigativi anche nelle pratiche di morte; avendo vissuto al Cairo posso dirti che in Egitto quando muore qualcuno organizzano una vera e propria festa, dove si mangia e si balla per allietare l’anima del defunto ( che intanto giace nella bara al centro della sala… ). Tutti si sforzano di essere felici per lui perchè è in viaggio per ricongiungersi con Dio e vedere i suoi congiunti tristi renderebbe il suo viaggio più difficile e doloroso….
    Un saluto.

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  12. Affy ha detto:

    Innanzi tutto condoglianze e un abbraccio perchè mi sembra di capire che hai subìto un lutto.
    Posso dirti che in Sicilia c’è l’usanza di andare nella casa dove si trova il defunto portando caffè, alcuni anche lo zucchero. Il defunto viene sempre vegliato e si lascia la luce continuamente accesa.
    Però non sapevo assolutamente che gli specchi vengono coperti con lenzuola bianche.
    Nelle grandi città, è tutto esattamente come descrivi tu.
    Buon fine settimana da Affy

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    • Cix79 ha detto:

      Grazie Affy. Quella del Caffè e dello Zucchero è un’usanza che si usa anche dai noi. Difatti al trigesimo il caffè lo si prepara con quello che è stato regalato e portato in dono. In teoria lo si porta anche per dare modo a chi fa la veglia e sta sveglio per tante ore di reggere meglio la stanchezza. Mio zio, che è una persona che stimo veramente tanto, nell’occasione portò anche dei cornetti e delle focacce per farci mangiare un po’ visto che eravamo a digiuno.
      Buon fine settimana anche a te, io spero di riprendermi il più velocemente possibile dall’influenza

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  13. fulvialuna1 ha detto:

    Di tradizioni ce ne sono molte, ad esempio quando mio padre stava morendo gli tenevo la mano, poi una mia zia si è avvicinata e mi ha sussurato:”Lascia la mano, se non la lasci lui non andrà mai via, non potrà lascirti perchè sa che soffrirai…” Non volevo ma alla fine così ho fatto, non so se davvero ci credo, ma dopo un quarto d’ora mio papà se ne è andato.
    Che dire…crediamoci ad alcune tradizioni, per lasciarle andare via secondo me questo mondo in parte va a rotoli, non c’è più niente che lega le persone.

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    • Cix79 ha detto:

      Mi piace la tua storia della mano.. e poi è vero che come società stiamo decisamente peggiorando però sono felice che ancora delle tradizioni resistono alla frenesia del nostro tempo, le radici per fortuna sono ben ramificate nel terreno

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  14. "Cippe's" ha detto:

    È proprio come dici tu! Io sono stata al funerale dei miei zii in un paese in provincia di Milano ed è stato così come lo hai descritto tu. Venendo però dalla città, preferisco i funerali che si celebrano qua. Per esempio quello di mio nonno, anche lui viveva in un paese vicino Roma, è stato celebrato in chiesa e poi abbiamo fatto un rinfresco stile anglosassone! Molto meglio e meno straziante. Ecco Sì, io le tradizioni dei paesi le trovo troppo pesanti e strazianti! Ma questa è solo una mia opinione. Buon week end.

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    • Cix79 ha detto:

      Io ero molto combattuto sulla preferenza.. ma alla fine preferisco quelle più “pesanti” come le hai definite tu. Sento più vicina la gente e questo mi piace mettendo a tacere il mio lato orso!
      Buon weekend anche a te 🙂

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      • "Cippe's" ha detto:

        La gente secondo me si sta vicina comunque, a prescindere. Io la vicinanza delle persone l’ho percepita molto di più al funerale di mio nonno che a quello degli zii… che ti devo dire, già la morte è pesante in sé…appesantirla ancora di più non è proprio la cosa migliore! 😉 preferisco il funerale stile anglosassone: dopo la funzione un bel rinfresco, per alleggerire un po’ il momento triste! 😉 Ovviamente sempre un mio parere.

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      • Cix79 ha detto:

        Ma certo, è giusto ed è bello avere opinioni diverse 🙂
        Un abbraccio e buon weekend 🙂

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  15. mariannapuntog ha detto:

    Sé, la tradizione di andare ad arruffare mobili, vecchie sedie, piatti, tazzine, servizzi, credenze, questo è mio, no quello lo puoi prendere, e la tradizionalissima trafila dal notaio per l’eventuale eredità. Na schifezza morire…

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  16. Laura ha detto:

    Non conoscevo queste usanze Cix, forse la prima, che la persona che muore in casa non viene mai lasciata sola, che longeve le tue nonnine, ti mando un abbraccio e ti auguro buona domenica, 🙂

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  17. Trutzy ha detto:

    Condoglianze. Ho capito che morire non è solamente non esserci più, bisogna imparare a morire, e la tradizione insegna a morire. Di solito le nonne sono preparate a morire perchè sono andate sempre a messa. Ho visto un video in cui veniva chiesto a Derrida, un filosofo contemporaneo, cosa pensasse dell’essere per la morte di Heidegger (un altro filosofo) e Derrida ammetteva di non essere pronto a morire sebbene anziano. Secondo me la religione insegna a morire, ogni religione a proprio modo.

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  18. rosarioboc (Sarino) ha detto:

    io sono nato e vissuto in un piccolo paese per circa vent’anni poi per motivi di lavoro mi sono trasferito in città dove vivo da più o meno vent’anni, quindi posso dirti di avere abbastanza esperienza degli usi e tradizioni del paese come della città. Nella fattispecie confermo quasi in toto quello che hai scritto : nel mio piccolo paese ogni morte viene vissuta come una perdita comune, per quanto riguarda la città invece ognuno vive il proprio dolore quasi nell’indifferenza di chi gli sta attorno. Non so bene perchè questo accada, ma di una cosa sono certo : vorrei morire in un posto dove la sofferenza di chi rimane sia in qualche modo mitigata dal conforto e dalla vicinanza. Ciao

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  19. natadolce ha detto:

    E’ vero, nei paesini nel lutto si sente la vicinanza di buona parte della gente. Anche da me, il defunto viene tenuto in casa e non viene mai lasciato solo, il giorno dopo la morte, insieme al sacerdote, ai parenti e alle altre persone intervenute, viene portato in chiesa: Se è possibile, viene celebrato subito il funerale, altrimenti (se, per esempio, è domenica e non si celebra il funerale) viene lasciato in chiesa nell’attesa del funerale.
    I cartelli funebri rimangono appesi fin quando non verranno coperti da qualche altro cartello.
    Anche qui possiamo scegliere tra una certa varietà di bare
    La messa per il defunto, invece viene celebrata una settimana dopo la morte
    Non c’è invece la tradizione di coprire gli specchi o invitare parenti o lasciare la casa intatta o cose simili, ma sono le persone che, nei giorni successivi al funerale fanno visita ai congiunti, portando spesso qualche dono

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    • Cix79 ha detto:

      Beh anche da te quindi c’è un certo modo di vivere la mancanza del caro che è venuto a mancare. Da quello che mi state dicendo, o non si fa nulla di che, giusto l’essenziale (nelle grandi città soprattutto) oppure bene o male nei paesini ci sono tradizioni simili che variano di poco di paese in paese.

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      • natadolce ha detto:

        Proprio così. Quando poi, chi viene a mancare è una persona giovane o abbastanza giovane (come purtroppo succederà oggi che è morto un uomo di 38 anni), praticamente tutto il paese partecipa al lutto

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